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le chiappava; per mangiarle. Si stendeva in terra, all’orlo dei fontini; e, affondando le braccia fino al gomito, non ce ne lasciava nè meno una. A casa, tagliava loro la testa; e Dinda le spellava.
Quella sera, Picciòlo era di malumore: per solito, allora, si lamentava che gli dolevano i fianchi; e non voleva mangiare. Lorenzo gli chiese:
— Vi hanno fatto qualche cosa? Perchè voi non dite mai niente a quelli della vostra famiglia?
Picciòlo sarebbe stato zitto perchè il figliolo aveva ragione; ma rispose:
— Niente! Niente!
— A me non la date a bere. Fatevelo dire voi, mamma, quel che ha.
Dinda lo sapeva e ci aveva pianto, andando a sfogarsi con Luigia, che le aveva promesso di riprendere Remigio; ma non voleva che Lorenzo leticasse. E Lorenzo, comprendendo il suo animo, si lasciò pigliare dall'ira:
— Allora, se vi hanno magari legnato, hanno fatto bene!
— Si dice così al babbo?
Picciòlo si rincantucciava, e il suo viso si faceva anche più desolato. Andò a letto subito, come se si sentisse male.
Luigia disse a Remigio:
— Perchè hai trattato male Picciòlo?