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XXI.
Il vitellino tossiva: Io sentirono tutti gli assalariati dal letto; mentre si faceva giorno e si destavano. Picciolo si disperava, e Lorenzo gli domandò, arrabbiato, se s’era fatto la croce per le sue costole.
Dovevano chiamare il veterinario? Eppure la bestiola era meno abbattuta del giorno avanti, e dimenava la coda; benché non riescisse a tirarsela su per la groppa come pareva che volesse fare.
Berto lo disse a Remigio; quasi rimproverandolo, perchè da sé non se n’accorgeva. Allora, andò giù nella stalla; per sentire come tossiva. Picciolo gli disse:
— Scommetto che non è niente: gli dev’essere restato un pezzetto di foglia attraverso la gola.
Il vitellino aveva mangiato poco del granturchetto tagliato da Dinda: l’aveva sbavato e basta. Eppure aveva fame, perchè leccava anche la fune!
Disse Lorenzo: