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sono tanto stanca e con le gambe stroncate!

Ciambella, intanto, si era cambiato il vestito. L’aiutò ad alzarsi; e, prendendola sotto il braccio, l’accompagnò a casa. Ella disse:

— Mi pare impossibile che Dio non pensi a gastigare chi m’ha ridotta così: in due mesi sono calata di venti chili!

— Stai sicura: chi fa del male lo riavrà. Il mondo è un peso: quel che è fatto è reso.

— Ho paura, però, di ammalarmi prima!

— E io non ci sono? Andrei da lui, gli prenderei il collo per dirgli: l’hai avuta vinta tu, ma non la godrai.

— Se fossi sicura che, dopo aspettare così, non sarò sfortunata, mi accorerei meno! Ma non mi riesce. Se avessi indovinato che ci voleva tutto questo tempo, avrei avuto la dignità di non chiedere niente! E una pena. Lo so soltanto io.

Ma Ciambella, sorreggendola su per le scale, le disse tra due baci:

— Tu non sei più sola!


Tozzi. Il podere.                                                                                12