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torno anche lui; accompagnando Giulia quando andava dall’avvocato. Tutte le volte che si vedevano, non parlavano d'altro; sicuri di farsi piacere. E credevano che tutti i loro conoscenti facessero lo stesso.
Fosca, una volta, domandò:
— Non vi siete nè meno baciati?
— Chi ci pensa mai? Ho altro per il capo.
Saremo a tempo.
E la sera disse al tipografo:
— Sai che la zia si è messa a ridere perchè non ci siamo baciati? Lei non sa che prima noi vogliamo pensare ai denari.
Il tipografo restò un poco vergognoso, quasi contrariato; e rispose, per galanteria:
— Ho io la colpa!
Quando restarono un momento soli, disse impacciato di non trovare un modo migliore per giungere al suo scopo:
— Non voglio più che tua zia dica così! Forse, ha ragione!
La prese per la vita e la baciò; ma ella tenne la bocca chiusa e gli disse che non voleva.
Il giorno dopo, andò a trovarlo in tipografia. Era bianca come un cencio lavato e le tremavano le mani. Non riesciva a tenere nè meno i guanti in mano: ora gliene cadeva uno e ora un altro. Il Crestai, attento, glieli raccattava; e, nel chinarsi i suoi orecchi doventavano rossi.