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— Domani, ho da fare parecchio; ma in certe giornate, la fatica non si sente più.
Giulia sospirò e arrossì; poi, disse:
— Mi ha detto la zia che lei avrebbe pensato a me...
E si fece sempre più rossa, proseguendo:
— Ma non è possibile. Non perchè io abbia un altro impegno...
Ciambella scosse la cenere del sigaro; e rispose:
— E, allora, c’intenderemo, invece. Non c’è fretta. Ne parleremo un’altra volta. Domenica, magari, andiamo a fare due passi in campagna; e ne parleremo allora.
— Come vuole!
Egli ripetè:
— Non c’è nessuna fretta.
Poi sorrise, e aggiunse:
— Quando si sa che tanto lei che io siamo d’accordo! Non ci sarebbe né meno bisogno di dire niente!
La ragazza, allora, si alzò e chiamò Fosca perchè egli salutasse anche lei. Quando le due donne furono restate sole, la zia chiese:
— Che ti diceva?
Giulia fece una risata stizzosa:
— Niente.
— Ma... ti piace?
— In seguito, forse, mi piacerà di più. Ma, tanto, della bellezza a me non importa niente. Nè meno io, del resto, sono bella.