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— Mi darai venticinque napoleoni.

Picciòlo si picchiò la testa, e restò senza fiatare.

— E quanto vuoi darmi?

— Lasciamelo prima vedere.

— Fai il comodo tuo.

Picciòlo lo guardò in bocca, aprendogliela con le mani.

— Di bocca, mi piace.

Poi gli tastò la testa dove aveva due bitorzoli teneri e caldi più della carne, che sarebbero doventati le corna. E chiese:

— Ha nessun difetto?

— Nessuno: te lo garantisco.

— Fammi vedere come cammina.

Il venditore sciolse il vitello, e gli fece fare qualche passo.

— Mi pare che la gamba destra di dietro la mandi un poco infuori.

Il venditore fece un grido:

— Che hai detto? Questa bestia è fatta con il compasso e con il pennello. In tutta la fiera non ce ne ha uno eguale. Fossero tutti gli altri vitelli come lui!

Picciòlo restò soprapensiero, e poi disse:

— Quanto hai detto che vuoi?

— Te lo devo ripetere?

— Sì, perchè non me lo ricordo.

— Venticinque napoleoni,

— Fossi pazzo! Ah! non se ne fa di niente! Arrivederci!