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nè meno tirando giù le maniche fino a strapparle.

Nella stanza c’era un canterano con il marmo di due pezzi; e, sopra, un vassoio di frutta finte, di gesso colorato.

Berto le accennò con un dito, e disse: — Paiono vere!

— Quando le comprai, sì! Ora, sono sciupate dalla polvere.

— Guardi un po’ queste qui se le piacciono più di quelle!

E cavò di tasca una manciata di albicocche; mettendole sopra il tavolino. Poi, mentre le due donne lo guardavano sorridendo, seguitò a cavare le altre, ad una per volta; e quelle più grosse non gli potevano escire.

Alla fine, battè e scioccolò le mani insieme; e disse: — Non ce n’ho più!

— Oh, ma sono anche troppe! Perchè avete voluto portarle?

— Ho più piacere che le mangi lei che il padrone della pianta.

Il giovanotto riaprì l’uscio, ne prese quante potevano entrargli nella mano: e tornò nella sua stanza. Allora, Giulia ne prese una e l’addentò: — Sono proprio mature, in punto!

— Avrei fatto intenzione di portarle anche un pianeretto di pomidori. Li gradirebbe?