Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
— 148 — |
ora più chiari; qualche volta con una tenerezza improvvisa ed esaltata, qualche volta con un lividore che pareva dovesse doventare nero.
Berto alzò gli occhi verso il temporale, e si sentì pieno di cattiveria. Gli venne in mente d'andare a trovare Giulia; e colse, dalla pianta che gli era più vicina, tutte le albicocche che potè arrivare da terra, mettendosele in tasca per portarle a lei.
«Pareva, raccontò Picciòlo alla moglie, che qualcuno gli avesse fatto un torto!». E a Moscino disse:
— O che avrà quell'uomo?
E Moscino rispose:
— Peggio per lui, se non parla!
Berto prese l'ombrello, ma il temporale girò da un'altra parte; e restarono, sopra Siena, certi nuvoloni bianchi come il latte.
Giulia era con Fosca: e lo videro dalla finestra. Giulia disse, andando ad aprirgli:
— Mi deve portare qualche notizia nuova!
Ma pareva, invece, che Berto aspettasse qualche cosa da loro: le guardava sorridendo e con gli occhi allegri. Giulia, allora, disse:
— Il processo mi va bene!
— Si vede anche dalla sua faccia; perchè ora sta meglio.
— Oh, prima che io mi rimetta! E, poi, non m'importa!