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cando il sentimento penoso che gli aveva lasciato Berto. Ma Ilda, mettendo l'acqua del fiasco in una caraffa, perchè badava più alle parole che a quel che faceva, urtò con il gomito un bicchiere in proda alla madia e lo fece spezzare. Restò, arrossendo, con il sorriso a mezzo; e, con un braccio, si parò credendo che Luigia la volesse scapaccionare.
Ma Luigia dava troppa importanza alle chiacchiere delle contadine; e stava soprapensiero. Quando vide quel che s'era rotto, restò a bocca aperta e disse alla bambina:
— Questa volta non ti faccio niente, perchè sei stata brava ad ascoltare quelle donnacchere. Piglia la granata e spazza subito i pezzetti di vetro! Guarda che non ti taglino le mani.
Poi disse, come tra sè, a voce alta:
— Bisogna metterci riparo!
Allora, Remigio entrò; e disse:
— Anche Berto, dianzi, m'ha chiamato a posta.
Ma Luigia non s'accorse del dispiacere ch'egli ne aveva sentito; invece, continuò a sfogarsi come per conto proprio. Egli chiese alla bambina:
— Hai sentito altro?
Ma Ilda, quando non parlava a Luigia, non sapeva dire quasi niente. E, perciò, la matrigna gli rispose: