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vini. In bottega, simile ad una spelonca, non ci stava quasi mai; ma, in cima alle scale, s'appoggiava ad uno dei colonnini di pietra che sono là nel mezzo, e parlava dei suoi affari.
Appena fu sicuro che Chiocciolino se n'era andato, salutò Remigio; con l'aria di fargli notare, per offenderlo, quant'era educato e come sapeva contenersi. E gli disse:
— Ho saputo che vende la Casuccia.
— Non è vero: ve l'ho detto anche l'altra volta. Perchè volete insistere?
— Perchè mi vuol dire di no?
Allora Luigia, che stava anche lei, ad aspettarlo alla finestra, infastidita che il sensale non se ne fosse andato quando gli aveva detto che il figliastro non c'era, scese e domandò:
— Perchè tutti sanno che vendi la Casuccia e a me non lo dici?
— Non è vero.
— Perchè, allora, Bubbolo è venuto qui a posta a parlartene? A me, che ti faccio da mamma e vivo con te, non dici niente! Le cose devo saperle dagli altri! Ma io domani vado dal mio avvocato e mi faccio dire se tu puoi vendere senza il mio consenso. Almeno la parte mia, tu non la puoi toccare.
Remigio, benchè si trovasse in uno stato d'animo quasi doloroso, si mise a ridere.