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chè il senno fosse maggiore; aveva veduto una folla di streghe che facevano la bucata già nella Tressa. E sapeva curare per mezzo dei rosarii, indicando il numero degli ave e dei paternostri.

C'era un'altra donna che girava, da parecchi anni, dall'un paese all'altro senza che nessuno sapesse chi fosse. Andava a capo chino come una suora, e portava sempre la testa avvolta da una pezzuola grossa, di lana; con le mani gonfie sopra il ventre. Aveva il volto grasso, ma pallido e con due rughe che tagliavano di netto gli angoli della bocca affondata sotto il naso adunco. Il suo mento ovale era quasi senza rilievo; i suoi occhi grandi e neri facevano un'impressione strana di misticismo e di cattiveria. Ma tutti le davano l'elemosina, perchè temevano qualche maleficio. Le donne che l'avevano vista, restavano pensose a lungo; finchè non fosse rientrata nella strada e sparita dietro qualche svolta. Ma ella camminava piano, con certe scarpe enormi che pareva dovessero pesare un quintale l'una. Perchè, di quando in quando, si volgeva e si fermava a guardare le case? Che cosa voleva? Le donne dicevano:

— Sarò contenta soltanto quando non la vedrò più.

— Non si sa quando viene, mentre può anche trovarci con i nostri figlioli in collo.