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spai vuoti. I bruchi si rivoltavano sottosopra, rimanendo un poco immobili e poi cercavano di andarsene.

Qualche padrone aveva fatto benedire i campi perchè le passere non mangiassero il grano. Ma c'era chi diceva esser meglio mettere in mezzo alle prese un cencio in cima a un palo!

I branchi delle passere, qua e là, si alzavano verso l'azzurro d'un colore dolce. Qualche campana suonava e si spegneva a un tratto così com'era cominciata.

Si udiva tutto il brusio degli insetti.

Stando vicino ai mietitori si sentiva raccontare da qualcuno che il suo bambino non poteva mangiare più e che era necessario far contraddire il male da quella tale donnetta che si chiamava Sunta del Borgo. La quale sapeva anche rimettere bene al posto le ossa fratturate, mandava via il dolore delle distorsioni, con un unguento di erbe e di midollo d'agnello, guariva il malocchio mettendo tre gocce d'olio in una scodella d'acqua tenuta sopra la testa del malato, scongiurava ogni sorta di male costringendolo a tornare indietro, medicava le resipole e faceva spender poco. Ella si valeva anche di una secrezione gialla, che certi insetti accumulano dentro le loro pallottole di terra, infilate ai fuscelli delle siepi; faceva mangiare il cuore delle rondini, per-