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drone. Berto finse di non vedere, ma andò nell’aia per farsi passare la rabbia, dicendo a voce alta:
— Quello ha più giudizio di me. Ma, domani, ci penserò anch’io.
Si girò per sputare, e vide Picciòlo con un altro corbello carico; che, lesto lesto, a piedi scalzi, entrava in casa. Berto, allora, si mise a ridere:
— Io sono il più furioso, e gli altri intanto pensano alla pancia. Così bisogna fare!
Andò nell’orto; e, a tastoni, si empì un paniere di fagioli; ma la rabbia non gli passava. Invece, gli era venuta la voglia di fare la pelle a Remigio. Dentro di sè lo aveva sempre sentito, anche da giovane, che prima o dopo, un tiro di quel genere, a qualcuno, lo doveva fare. Non si sbagliava, no! Non poteva dormire; e la moglie, che aveva sonno, gli domandava al buio:
— Che hai? Domattina ti devi levare presto, perchè cominciate a segare il grano!
Egli, allora, inventò:
— Mi deve aver punto qualche insetto su le spalle.
— Ti ci duole?
Ma egli non rispose più, e seguitò a rivoltarsi tutta la notte; senza chiudere un occhio. Era impaziente che spuntasse il giorno; e, quando il primo chiarore fece