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XV.
Quando giunse alla Casuccia, con le gambe indolenzite, come non gli era mai capitato, le tre assalariate stavano per infornare il pane. Ilda si divertiva a guardarle anche per imparare. A ogni fascina secca, che buttavano dentro con la forca, le fiamme s'attaccavano alla volta del forno, gonfiando e traboccando con le punte fuori; infilandosi perfino su nella cappa nera di fumo. Le fascine crepitavano; e le vampate delle fiamme facevano scostare tutte e tre le donne, che avevano il viso affocato e gli occhi rossi di sangue. Ma quando il forno fu caldo, e chiuso con lo sportello di ferro, ebbero a leticare. Siccome tutte e tre avevano il pane che trapassava di lievito, ognuna voleva essere la prima a infornarlo. Dinda e Cecchina erano le più irate. Gegia saliva due o tre scalini di casa, per andare a prendere la tavola con le picce della pasta coperta dentro i cenci di lana; poi ridiscendeva, invece, per dire anche lei la sua.