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adoperavano gli altri. Portava sempre un bastone di legno sbucciato, bianco, con gli spunzoni; e intagliato a becco d'oca. Parlava strizzando gli occhi.

Quando Remigio fu interrogato, tremava anche con le gambe. Negò che la ragazza dovesse avere il denaro; e disse che quei testimoni non potevano saperne niente. Allora il giudice, lisciandosi i baffi, lo avvertì che non poteva parlare a quel modo dei testimoni senza mostrarne le prove. Era proprio vero, come gli aveva detto il presidente del tribunale, che si trattava di un giovinastro sviato e malevolo.

Remigio andò fuori di sè e faceva ridere, poi s'impappinò; e parve che prima avesse detto una cosa e dopo la volesse cambiare.

S'avvide che nessuno cercava di capire come le cose erano andate; e nessuno sospettava che la Cappuccini pretendesse quello a cui non aveva diritto. Perchè non si accorgevano che quei due testimoni mentivano? Perchè, pensava il giovane, non badavano alle persone ma alla legalità delle loro parole. La causa non era altro che una astuzia continua e insolvibile, condotta secondo certe regole stabilite dal codice; una astuzia sempre più spostata dalla verità, che egli sentiva soltanto nella sua coscienza e nella sua buona fede.

Il giudice fece notare l'incertezza di Re-