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Anche lui si sentiva prendere, come quando s'era destato, da una grande tristezza; ma era troppo giovane per non avere una certa fede; sia pure indefinibile.
Non ricordava nè meno quant'era che non riesciva più a fare una risata schietta! Tutta la sua vita sembrava chiusa dentro un sacco, da cui non c'era modo da metter fuori la testa.
La giornata era chiara; pareva che ci fosse, perfino tra i muri della capanna e della casa, una specie di allegrezza sicura; che lo faceva anche più triste. Nè meno tra lui e la Casuccia potevano intendersi! Ogni cosa gli stava contro; e quel cielo così azzurro pareva che gli dicesse di andarsene e di rinunciare ai suoi propositi. La matrigna gli chiese:
— Perchè non vai nel campo a vedere quel che fanno? Tra poco ci sarà da segare il grano.
— Ci andrò dopo mangiato; ora, sono stanco.
— Richiama Ilda, perchè deve apparecchiare.
Egli escì e la chiamò. Mentre attraversava l'aia, vide Giangio che, asciugandosi il sudore, entrava dal cancello spalancato.
— Signor Remigio!
Gli andò incontro e dandogli la mano gli chiese: