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dovuto morire come un disperato. Perchè, ormai si può dire, la signora Luigia non avrebbe avuto testa da pensare a qualche cosa.

La ragazza era già accesa d'orgoglio; e il viso, con gli occhi dolci, pareva che le lustrasse.

— Dunque, ripeto, lei era in quella casa come una vera figliuola. E Remigio, se avesse giudizio, dovrebbe essergliene grato. Ma quello là ha il cervello sotto i gomiti! E finirà male. Sono contento se lei riescirà a dargli una buona lezione; perchè certe indoli non si piegano altro che quando cominciano a soffrire. Ora, lui, si crederebbe di fare il padrone della Casuccia; ma non stimo che ne sia capace!

La ragazza gli sorrideva, con un'aria di bontà sincera e riconoscente. Non poteva nè meno articolare una parola: ma continuava ad accennare con la testa che diceva bene.

— Vorrei vederlo come farà a comandare i contadini, lui che non stava mai in casa e nè meno sapeva quel che il padre facesse!

Ella, quasi senza voce, gli disse:

— Sa che m'ha mandato via come fossi una cagna?

— È un pazzo! Ma anche cattivo. Non ha coscienza di quel che fa. Basta sentire come parla. Sembra sempre nelle nuvole.