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― Ti ricordi? Ti ricordi?
E le lacrime d’improvviso le empivano gli occhi abbattuti.
Una sera, Andrea le domandò, pensando al marito:
― Da che io ti conosco, tu sei stata sempre tutta mia?
― Sempre.
― Non ti chiedo dell’anima...
― Taci! Sempre tutta tua.
Ed egli, che in questo non aveva creduto a nessuna delle sue amanti adultere, le credette; non ebbe né pur l’ombra d’un dubbio su la verità ch’ella affermava.
Le credette; perchè, pur contaminandola e ingannandola senza ritegno, egli sapeva d’essere amato da un alto e nobile spirito, egli sapeva ormai di trovarsi innanzi a una grande e terribile passione, egli aveva ormai coscienza di quella grandezza come della propria viltà. Egli sapeva, egli sapeva d’essere immensamente amato; e talvolta, nelle furie delle sue imaginazioni, giungeva perfino a mordere la bocca della dolce creatura per non gridare un nome che gli risaliva con invincibile impeto alla gola; e la buona e dolente bocca sanguinava in un sorriso inconscio, dicendo:
― Anche così, tu non mi fai male.
Mancavano all’addio pochissimi giorni. Miss Dorothy aveva condotto Delfina a Siena ed era tornata per aiutare la signora negli ultimi più gravi fastidii e per accompagnarla nel viaggio. A Siena, in casa della madre, la verità non era nota. Anche Delfina non conosceva nulla. Maria