Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
― 420 ― |
con delizia. Poi esclamò, premendosi una mano sul cuore e mettendo un lungo respiro:
― Quanto mi piace!
Andrea tremò. Non era quello lo stesso accento di Elena nella sera della dedizione? Non erano le stesse parole? Egli le guardava la bocca.
― Ripeti.
― Che cosa?
― Quello che hai detto.
― Perchè?
― E una parola tanto dolce, quando tu la pronunzii... Tu non puoi intendere... Ripeti.
Ella sorrideva, inconsapevole, un po’ turbata dallo sguardo singolare dell’amante, quasi timida.
― Ebbene... mi piace!
― Ed io?
― Come?
― Ed io... a te...?
Ella, perplessa, guardava l’amante che le si torceva ai piedi, convulso, nell’aspettazione della parola ch’egli voleva strapparle.
― Ed io?
― Ah! Tu... mi piaci.
― Così, così... Ripeti. Ancora!
Ella consentiva, inconsapevole. Egli provava uno spasimo ed una voluttà indefinibili.
― Perchè chiudi gli occhi? ― chiese ella, non in sospetto, ma affinchè egli le esprimesse la sua sensazione.
― Per morire.
Egli posò la testa su le ginocchia di lei, rimanendo qualche minuto in quell’attitudine, si-