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simbolo imperfetto, erano un’espressione intensa più viva, trascendente, d’un significato più vasto.

“Dalle sue labbra, come da un giacinto pieno d’una rugiada di miele, cade a goccia a goccia un murmure liquido, che fa morir di passione i sensi, dolce come le pause della musica planetaria udita nell’estasi.„ Il poeta ricordava i versi di Percy Shelley. Egli li ripetè a Maria, sentendosi conquistare dalla commozione di lei, penetrare dal fascino dell’ora, esaltare dall’apparenza delle cose. Un tremito lo prese, quando egli era per rivolgerle il tu mistico.

― Io non era mai giunto, in nessun più alto sogno del mio spirito, a ideare quest’altezza. Tu ti levi sopra tutte le mie idealità, tu splendi sopra tutti gli splendori del mio pensiero, tu m’illumini d’una luce che è quasi per me insostenibile...

Ella stava diritta, innanzi ai balaustri, con le mani posate su la pietra, con la testa alzata, più pallida di quando, nella mattina memorabile, camminava sotto i fiori. Le lacrime le empivano gli occhi socchiusi, le rilucevano tra i cigli; e sogguardando innanzi a sè, ella vedeva il cielo farsi roseo, a traverso il velo del pianto.

Era, nel cielo, una pioggia di rose, come quando nella sera d’ottobre il sole moriva dietro il colle di Rovigliano accendendo gli stagni per la pineta di Vicomile. “Rose rose rose piovevano da per tutto, lente, spesse, molli, a simiglianza d’una nevata in un’aurora.„ La Villa Medici, eternamente verde e senza fiori, riceveva su le cime delle sue rigide mura arboree i molli petali innumerevoli caduti dai giardini celesti.