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drea la tentazion d’involarli. ― Li aveva ella forse lasciati là per lui? i Ma egli ne voleva uno solo. Come diceva finamente un fino amatore, un par di guanti è tutt’altro che un guanto solo.
Condotta di nuovo al pianoforte dall’insistenza della contessa Starnina, Donna Maria tolse dal leggío i guanti e li posò all’estremità della tastiera, nell’ombra dell’angolo. Quindi sonò la gavotta di Luigi Rameau, la Gavotta delle dame gialle, l’indimenticabile danza antica del Tedio e dell’Amore. “Certe dame biondette, non più giovini...„
Andrea la guardava fiso, con un po’ di trepidazione. Quando ella si levò, prese un guanto solo. Lasciò l’altro nell’ombra, su la tastiera, per lui.
Tre giorni dopo, essendo Roma attonita sotto la neve, Andrea trovò a casa questo biglietto: “Martedì, ore 2 pom. ― Stasera, dalle undici a mezzanotte, mi aspetterete in una carrozza, d’innanzi al palazzo Barberini, fuori del cancello. Se a mezzanotte non sarò ancora apparsa, potrete andarvene. ― A stranger„. Il biglietto aveva un tono romanzesco e misterioso. In verità la marchesa di Mount Edgcumbe faceva troppo abuso di carrozza nell’esercizio dell’amore. Era forse per un ricordo del 25 marzo 1885? Voleva forse ella riprender l’avventura nel momento medesimo con cui l’aveva interrotta? E perchè quello stranger? Andrea ne sorrise. Egli tornava allora allora da una visita a Donna Maria, da un’assai dolce visita; e il suo spirito inchinava più verso la senese