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rompevano la pace del monte. Gli alberi ancor nudi, biancastri, taluni un po’ violetti, ergevano le braccia in un cielo delicato, sparso di ragnateli finissimi che il vento strappava e distruggeva col suo soffio. I pini, i cipressi, le altre piante sempre verdi assumevano un po’ del comun pallore, sfumavano, si scolorivano, si fondevano nel comune accordo. La varietà de’ tronchi, il frastaglio de’ rami rendevano più solenne l’uniformità delle erme.

Non fluttuava forse ancora in quell’aria qualche cosa della tristezza di Donna Maria? Appoggiato al cancello della Villa Medici, Andrea rimase per alcuni minuti come oppresso da un peso enorme.

E la vicenda continuò, ne’ giorni vegnenti, con le medesime torture, con torture peggiori, con più crudeli menzogne. Per un fenomeno non raro nell’abjezion morale delli uomini d’intelletto, egli aveva ora una terribile lucidità di conscienza, una lucidità continua, senza più oscurazioni, senza più eclissi. Egli sapeva quel che faceva, e giudicava poi quel che aveva fatto. E in lui il disprezzo di sè stesso era pari all’ignavia della volontà.

Ma le sue ineguaglianze appunto e le sue incertezze e i suoi strani silenzii e le sue strane effusioni e tutte insomma le singolarità di espressione, che portava un tale stato d’animo, accrescevano, incitavano la passionata misericordia di Donna Maria. Ella lo vedeva soffrire e ne provava dolore e tenerezza; e pensava: ― A poco a poco, io lo guarirò. ― E a poco a poco, senza accorgersene, ella andava perdendo