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sembianze esose erano per Andrea un supplizio così fiero ch’egli stringeva i denti convulso come un uomo sotto i ferri d’un chirurgo.
Un solo desiderio l’occupava omai: quel d’andarsene. Egli pensava di correre al Pincio, sperava di ritrovare la Donna Maria, di condurla nella Villa Medici. Potevan esser le due. Egli vedeva dalla finestra il cornicione della casa incontro splendido di sole nel cielo azzurro. Volgendosi, vedeva al pianoforte il gruppo delle dame nel bagliore vermiglio che un fascio di raggi suscitava dalla sciablacca. Al bagliore mescevasi il fumo leggero della sigaretta; e le ciarle e le risa si mescevano a qualche accordo che le dita di Barbarella cercavano a caso su i tasti. Ludovico parlò piano nell’orecchio di sua cugina; e la cugina comunicò forse la cosa alle amiche, poichè di nuovo fu uno scroscio chiaro e brillante come d’una collana disfilata su una guantiera d’argento. E Barbarella riprese l'Allegretto del Bizet, sotto voce.
― Tra la la... Le papillon s’est envolè... Tra la la...
Andrea aspettava di cogliere il momento opportuno per interrompere il discorso del Mount Edgcumbe e per quindi prender congedo. Ma il collezionista metteva fuori un séguito di periodi legati l’uno con l’altro, senza intervalli, senza pause. Una pausa avrebbe salvato il martire, e non veniva ancora; e l’ansietà cresceva ad ogni attimo.
― Oui! Le papillon s’est envolè... Oui!... Ah! ah! ah! ah! ah!...
Andrea guardò l’oriolo.