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gannato è una sciocca e sterile fatica, è un giuoco nojoso e inutile.
Egli doveva dunque ottener che Elena rinunziasse all’idea di fraternizzare e gli tornasse fra le braccia come un tempo. Egli doveva riprendere il possesso materiale della bellissima donna, trarre dalla bellezza di lei il maggior possibile godimento, e quindi esserne per sempre liberato dalla sazietà. Ma in questa impresa conveniva usar prudenza e pazienza. Già nel primo colloquio l’ardor violento aveva fatto cattiva prova. Appariva manifesto ch’ella fondava il suo progetto di impeccabilità su la famosa frase: “Soffriresti tu di spartire con altri il mio corpo?„ La grande macchina platonica era mossa da questo santo orrore delle mescolanze. Poteva anche darsi che, in fondo in fondo, questo orrore fosse sincero. Quasi tutte le donne d’amorosa vita, se giungono a concluder nozze, affettano ne’ primi tempi del matrimonio una feroce purità e si pongono a far professione di mogli caste con leale proposito. Poteva quindi anche darsi che Elena fosse presa dal comune scrupolo. Nulla di peggio, allora, che assalirla di fronte e apertamente urtare la sua novella virtù. In vece, conveniva secondarla nelle aspirazioni spirituali, accettarla come “la sorella più cara, l’amica più dolce„, inebriarla d’ideale, platonizzando con accortezza; e a poco a poco trarla dalla candida fraternità a un’amicizia voluttuosa, e da un’amicizia voluttuosa alla total resa del corpo. Probabilmente queste transizioni sarebbero state rapidissime. Tutto dipendeva dalla circostanza....