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Moceto? M’ha detto che si può andare da lei dopo il teatro: non è mai tardi.
Erano sotto il palazzetto Borghese.
― Va tu ― disse Andrea. ― Io torno a casa, a dormire. La caccia d’oggi m’ha un po’ stancato. Salutami Donna Giulia. Comprends et prends.
Il Muséllaro salì. Andrea seguitò giù per la Fontanella di Borghese e per i Condotti, verso la Trinità. Era una notte di gennajo fredda e serena, una di quelle prodigiose notti jemali che fanno di Roma una città d’argento chiusa in una sfera di diamante. La luna piena, a mezzo del cielo, versava la triplice purezza della luce, del gelo e del silenzio.
Egli camminava, sotto la luna, come un sonnambulo, non avendo conscienza che del suo dolore. L’ultimo colpo era dato; l’idolo crollava; nulla più rimaneva su la gran rovina; tutto così finiva, per sempre. ― Ella, dunque, veramente non l’aveva mai amato. Senza esitare, aveva troncato l’amore per provvedere a un dissesto. Senza esitare, aveva concluso un matrimonio utile. Ora, d’innanzi a lui, prendeva un’attitudine di martire, si avvolgeva in un velo di sposa inviolabile! ― Un riso amaro gli saliva dal fondo; e poi una collera sorda gli si mosse contro la donna e l’accecò. I ricordi della passione non valsero. Tutte le cose di quel tempo gli apparvero come un solo inganno, enorme e crudele, come una sola menzogna; e quest’uomo che dell’inganno e della menzogna s’era fatto nella vita un abito, quest’uomo che aveva ingannato e mentito tante volte, si sentì, al pen-