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tempo fa ebbe la fantasia di dipingervi sopra una porta, nell’appartamento del papa. Non ci pensate più. È morto.

― Ma come?...

― Oh, in una maniera spaventevole! La moglie era l’amante d’un soldato di Perugia, che stava di guarnigione a Siena... Domandatene a Ludovico. Egli sa tutto; ma non ve n’ha mai parlato, per tema d’affliggervi. Bébé, ti avverto che il principe di Galles a tavola comincia a fumare tra il secondo e il terzo piatto; non prima. Tu anticipi alquanto.

La Silva aveva accesa una sigaretta; e inghiottiva le ostriche mentre il fumo le usciva dalle narici. Ella somigliava un collegiale senza sesso, un piccolo ermafrodito vizioso: pallida, magra, con gli occhi avvivati dalla febbre e dal carbone, con la bocca troppo rossa, con i capelli corti, lanosi, un po’ ricci, che le coprivano la testa a guisa d’un caschetto d’astrakan. Teneva incastrata nell’occhiaia sinistra una lente rotonda; portava un alto solino inamidato, la cravatta bianca, il panciotto aperto, una giacca nera di taglio maschile, una gardenia all’occhiello, affettando le maniere d’un dandy, parlando con una voce rauca. E attirava, tentava, per quella impronta di vizio, di depravazione, di mostruosità, ch’era nel suo aspetto, nelle sue attitudini, nelle sue parole. Sal y pimienta.

Maria Fortuna invece aveva il tipo un po’ bovino, era una Madame de Parabère, tendente alla pinguedine. Come la bella amante del Reggente possedeva una carne bianca, d’una bianchezza opaca e profonda, una di quelle carni in-