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nodo di fuoco a sommo del petto, la gola chiusa da un singhiozzo che non vuole uscire, la testa vacua, ora fredda ora ardente; e di tratto in tratto mi sento attraversare da una specie d’ansietà subitanea, da uno sbigottimento irragionevole che non riesco a respingere mai nè a reprimere. E, a volte, a traverso il mio cervello guizzano imagini e pensieri involontarii che sorgono chi sa da quali profondità dell’essere: imagini e pensieri indegni. E languo e vengo meno, come una che sia immersa in un amore allacciante; e pur tuttavia non è un piacere, non è un piacere!


3 ottobre. ― Com’è debole e misera l’anima nostra, senza difesa contro i risvegli e gli assalti di quanto men nobile e men puro dorme nella oscurità della nostra vita inconsciente, nell’abisso inesplorato ove i ciechi sogni nascono dalle cieche sensazioni!

Un sogno può avvelenare un’anima; un sol pensiero involontario può corrompere una volontà.

Andiamo a Vicomìle. Delfina è in letizia. La giornata è religiosa. Oggi è la festa di Maria Vergine del Rosario. Coraggio, anima mia!


4 ottobre. ― Nessun coraggio.

La giornata di jeri fu per me così piena di piccoli episodii e di grandi commozioni, così lieta e così triste, così stranamente agitata che io mi smarrisco nel ricordarla. E già tutti tutti gli altri ricordi impallidiscono e si dileguano innanzi ad un solo.