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scia sarà suprema, lo spasimo passerà i limiti d’ogni sofferenza; ma l’eroismo, per la grazia di Dio, verrà coronato dalla rassegnazione, verrà premiato dalla divina dolcezza che segue ogni forte elevazion morale, ogni trionfo dell’anima su la paura di soffrire.

Rinunzierò. Mia figlia manterrà il possesso di tutto tutto il mio essere, di tutta tutta la mia vita. Questo è il dovere.


“Ara con pianti, anima dolorosa,
per mietere con canti d’allegrezza!„


30 settembre. ― Scrivendo queste pagine, mi sento un poco più calma: riacquisto, almeno momentaneamente, un poco di equilibrio e considero con maggior lucidità il mio infortunio e mi par che il cuore si alleggerisca come dopo una confessione.

Oh, s’io potessi confessarmi! S’io potessi chiedere consiglio e ajuto al mio vecchio amico, al mio vecchio consolatore!

In queste turbolenze, mi sostiene più d’ogni altra cosa il pensiero ch’io rivedrò fra pochi giorni Don Luigi e che gli parlerò e che gli mostrerò tutte le mie piaghe, e gli scoprirò tutte le mie paure e gli chiederò un balsamo per tutti i miei mali, come un tempo; come quando la sua parola mite e profonda chiamava lacrime di tenerezza su’ miei occhi che ancora non conoscevano il sale amaro d’altre lacrime o l’arsione, ben più terribile, dell’aridità.

Mi comprenderà egli ancora? Comprenderà le oscure angosce della donna allo stesso modo