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in esilissimo numero; ed ivi ben poco apprendono, se non che ombre li seguono ovunque eglino vadano.„

Dietro di me, così da presso che quasi mi tocca, è l’Ombra. Io la sento, che mi guarda; allo stesso modo che jeri, sonando, sentivo lo sguardo di lui, senza vederlo.

25 settembre. ― Mio Dio, mio Dio!

Quando egli mi ha chiamata, con quella voce, con quel tremito, io ho creduto che il cuore mi si fosse disciolto nel petto e ch’io fossi per venir meno. ― Voi non saprete mai ― egli ha detto ― non saprete mai fino a qual punto la mia anima è vostra.

Eravamo nel viale delle fontane. Io ascoltavo le acque. Non ho visto più nulla; non ho udito più nulla; m’è parso che tutte le cose si allontanassero e che il suolo si affondasse e che si dileguasse con loro la mia vita. Ho fatto uno sforzo sovrumano; e m’è venuto alle labbra il nome di Delfina, e m’è venuto un impeto folle di correre a lei, di fuggire, di salvarmi. Ho gridato tre volte quel nome. Negli intervalli, il mio cuore non palpitava, i miei polsi non battevano, dalla mia bocca non usciva il respiro...

26 settembre.― È vero? Non è un inganno del mio spirito fuorviato? Ma perchè l’ora di ieri mi par così lontana, così irreale?

Egli parlò, di nuovo, a lungo, standomi vicino, mentre io camminava sotto gli alberi, trasognata. Sotto quali alberi? Era come s’io camminassi nelle vie segrete dell’anima mia, tra fiori nati