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Ella taceva, col capo eretto, immobile, con il busto sollevato, con le mani posate su le ginocchia, nell’attitudine di chi sia tenuto desto da un fiero sforzo di coraggio contro un languor che l’invada. Ma la sua bocca, l’espression della sua bocca, in vano serrata con violenza, tradiva una sorta di dolorosa voluttà.

― Io non oso dire i miei pensieri. Maria, Maria, mi perdonate voi? Mi perdonate?

Due piccole mani, di dietro al sedile, si stesero a bendarla e una voce palpitante di gioia gridò:

― Indovina! Indovina!

Ella sorrise, abbandonata alla spalliera perchè Delfina l’attirava tenendole le sue dita su le palpebre, e Andrea vide, lucidamente, con una strana chiarezza, quel sorriso lieve disperdere su quella bocca tutto l’oscuro contrasto dell’espression primitiva, cancellar qualunque traccia che a lui potesse parere l’indizio d’un consentimento o d’una confessione, fugar qualunque ombra dubbia che potesse nell’anima di lui convertirsi in barlume di speranza. E restò come un uomo che sia ingannato da una coppa creduta quasi colma, la quale non offra che aria alla sua sete.

― Indovina!

La figlia copriva di baci forti e rapidi il capo della madre, con una specie di frenesia, forse un poco facendole male.

― So chi sei, so chi sei ― diceva la bendata. ― Lasciami!

― Che mi dai, se ti lascio?

― Quello che vuoi.