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e la visione sono assai diverse; ed è un fino piacere questo, di poter paragonare il sentimento presente con il passato, la nuova imagine con l’antica. È un piacere simile a quello che si prova nel rileggere il proprio giornale; ma è forse più malinconico e più intenso. Il giornale in genere è la descrizione degli avvenimenti reali, la cronaca dei giorni felici e dei giorni tristi, la traccia grigia o rosea lasciata dalla vita che fugge; le note prese in margine d’un libro di musica, in giovinezza, sono invece i frammenti del poema segreto d’un’anima che si schiude, sono le effusioni liriche della nostra idealità intatta, sono la storia dei nostri sogni. Che linguaggio! Che parole! Ti ricordi, Francesca?
Ella parlava con piena confidenza, forse con una leggera esaltazione spirituale, come una donna che, lungamente oppressa dalla frequentazion forzata di gente inferiore o da uno spettacolo di volgarità, abbia il bisogno irresistibile di aprire il suo intelletto e il suo cuore a un soffio di vita più alta. Andrea l’ascoltava, provando per lei un sentimento dolce che somigliava alla gratitudine. Gli pareva che ella, parlando di tali cose innanzi a lui e con lui, gli desse una prova gentile di benevolenza e quasi gli permettesse di avvicinarsi. Egli credeva intravedere lembi di quel mondo interiore non tanto pe ’l significato delle parole ch’ella diceva, quanto pe’ suoni e per le modulazioni della voce. Di nuovo, egli riconosceva li accenti dell'altra.
Era una voce ambigua, direi quasi bisessuale,