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in conservatorio, quando eravamo in tante a volerti pettinare? Succedevano gran liti, ogni giorno. Figurati, Andrea, che corse perfino il sangue! Ah, non dimenticherò mai la scena tra Carlotta Fiordelise e Gabriella Vanni. Era una mania. Pettinar Maria Bandinelli era l’aspirazione di tutte le educande, maggiori e minori. Il contagio si sparse per tutto il conservatorio; ne vennero proibizioni, ammonizioni, rigori, minacce perfin di tonsura. Ti ricordi, Maria? Tutte le nostre anime erano allacciate da quel bel serpente nero che ti pendeva fino ai calcagni. Che pianti di passione, la notte! E quando Gabriella Vanni, per gelosia, ti diede a tradimento una forbiciata? Proprio, Gabriella aveva perduta la testa. Ti ricordi?
Donna Maria sorrideva, d’un certo sorriso malinconico e quasi direi incantato come quel d’una persona che sogni. Nella sua bocca socchiusa il labbro di sopra avanzava un poco quel di sotto, ma così poco che appena pareva, e gli angoli si chinavano in giù dolenti e nel loro incavo lieve accoglievano un’ombra. Queste cose creavano un’espressione di tristezza e di bontà, ma temperata da quella fierezza che rivela l’elevazion morale di chi ha molto sofferto e saputo soffrire.
Andrea pensò che in nessuna delle sue amiche egli aveva posseduta una tal capigliatura, una così vasta selva e così tenebrosa, ove smarrirsi. La storia di tutte quelle fanciulle innamorate d’una treccia, accese di passione e di gelosia, smanianti di mettere il pettine e le dita nel vivo tesoro, gli parve un gentile e poetico