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ria di Nastagio delli Onesti ove Sandro Botticelli rivela tanta raffinatezza di gusto nella scienza del gruppo e dell’espressione. Inoltre vagheggiava una serie di Sogni, di Capricci, di Grotteschi, di Costumi, di Favole, di Allegorie, di Fantasie, alla maniera volante del Callot ma con un ben diverso sentimento e un ben diverso stile, per potersi liberamente abbandonare a tutte le sue predilezioni, a tutte le sue imaginazioni, a tutte le sue più acute curiosità e più sfrenate temerità di disegnatore.
Il 15 settembre, un mercoledì, giunse l’ospite nuova.
La marchesa andò, insieme con il suo primogenito Ferdinando e con Andrea, ad incontrar l’amica nella prossima stazione di Rovigliano. Mentre il phæton discendeva per la strada ombreggiata di alti pioppi, la marchesa parlava dell’amica ad Andrea con molta benevolenza.
― Credo che ti piacerà ― ella concluse.
Poi si mise a ridere, come per un pensiero che le attraversasse lo spirito improvvisamente.
― Perchè ridi? ― le chiese Andrea.
― Per un’analogia.
― Quale?
― Indovina.
― Non so.
― Ecco: pensavo a un altro annunzio di presentazione e a un’altra presentazione ch’io ti feci, son quasi due anni, accompagnandola con una profezia allegra. Ti ricordi?
― Ah!
― Rido perchè anche questa volta si tratta