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ogni sentimento della persona. In questa temporanea morte del desiderio, in questa temporanea assenza della memoria, in questa perfetta oggettività della contemplazione appunto era la causa del non mai provato godimento.


Die Sterne, die begehrt man nicht,
Man freut sich ihrer Pracht.


“Le stelle, uom non le desidera, ― ma gioisce del lor fulgore.„ Per la prima volta, infatti, il giovine conobbe tutta l’armoniosa poesia notturna de’ cieli estivi.

Erano le ultime notti d’agosto, senza luna. Innumerevoli, nella profonda conca, palpitava la vita ardente delle constellazioni. Le Orse, il Cigno, Ercole, Boote, Cassiopea riscintillavano con un palpito così rapido e così forte che quasi parevano essersi appressati alla terra, essere entrati nell’atmosfera terrena. La Via Lattea svolgevasi come un regal fiume aereo, come un adunamento di riviere paradisiache, come una immensa correntía silenziosa che traesse nel suo “miro gurge„ una polvere di minerali siderei, passando sopra un álveo di cristallo, tra falangi di fiori. Ad intervalli, meteore lucide rigavano l’aria immobile, con la discesa lievissima e tacita d’una goccia d’acqua su una lastra di diamante. Il respiro del mare, lento e solenne, bastava solo a misurare la tranquillità della notte, senza turbarla; e le pause eran più dolci del suono.

Ma questo periodo di visioni, di astrazioni, di intuizioni, di contemplazioni pure, questa spe-