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― A loro!

Andrea Sperelli sapeva già che il Rútolo sarebbesi avanzato in quel modo, con le solite finte. Egli stava in guardia inarcato come una balestra pronta a scoccare, intento per scegliere il tempo.

― Alt! ― gridò il Santa Margherita.

Il petto del Rútolo faceva un po’ di sangue. La spada dell’avversario eragli penetrata sotto la mammella destra, ledendo i tessuti fin quasi alla costola. I medici accorsero. Ma il ferito disse súbito al Casteldieri, con voce rude, in cui sentivasi un tremito di collera:

― Non è nulla. Voglio seguitare.

Egli si rifiutò di rientrare nella villa per la medicatura. Il dottor calvo, dopo aver spremuto il piccolo foro appena sanguinante e dopo avergli fatta una lavanda antisettica, applicò un semplice pezzo di drappo; e disse:

― Può seguitare.

Il barone, per invito del Casteldieri, senza indugio comandò il terzo assalto.

― In guardia!

Andrea Sperelli s’avvide del pericolo. Di fronte a lui il nemico, tutto raccolto su i garretti, quasi direi nascosto dietro la punta della sua lama, appariva risoluto a un supremo sforzo. Gli occhi gli brillavano singolarmente e la coscia sinistra, per l’eccessiva tension de’ muscoli, gli tremava forte. Andrea questa volta, contro l’impeto, si preparava a gittarsi da banda per ripetere il colpo decisivo del Cassibile, e il disco bianco del drappo sul petto ostile servivagli da bersaglio. Egli ambiva rimettere ivi la stoccata