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i due canini sporgenti fuor delle labbra. Aveva una leggera balbuzie.

― Dunque? Dunque? Domani, eh?

Andrea non sapeva vincere la ripugnanza; e teneva il braccio teso lungo il fianco, per dimostrare che non amava quella familiarità. Come vide entrare il barone di Santa Margherita, si liberò dicendo:

― Mi preme di parlare col Santa Margherita. Scusate, conte.

Il barone l’accolse con queste parole:

― Tutto è stabilito.

― Bene. Per che ora?

― Per le dieci e mezzo, alla Villa Sciarra. Spada e guanto di sala. A oltranza.

― Chi sono gli altri due?

― Roberto Casteldieri e Carlo de Souza. Ci siamo sbrigati subito, evitando le formalità. Giannetto aveva già pronti i suoi. Abbiamo steso il verbale di scontro, al Circolo, senza discussione. Cerca di non andare a letto troppo tardi; mi raccomando. Tu devi essere stanco.

Per millanteria, uscendo di casa Giustiniani, Andrea andò al Circolo delle Cacce; e si mise a giocare cogli sportsmen napoletani. Verso le due il Santa Margherita lo sorprese, lo forzò ad abbandonare il tavolo, e volle ricondurlo a piedi fino al palazzo Zuccari.

― Mio caro ― ammoniva, in cammino ― tu sei troppo temerario. In questi casi, un’imprudenza può esser fatale. Per conservarsi intatta la vigoria, un buono spadaccino deve avere a sè medesimo le cure che ha un buon tenore per conservarsi la voce. Il polso è de-