Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
― 148 ― |
i due canini sporgenti fuor delle labbra. Aveva una leggera balbuzie.
― Dunque? Dunque? Domani, eh?
Andrea non sapeva vincere la ripugnanza; e teneva il braccio teso lungo il fianco, per dimostrare che non amava quella familiarità. Come vide entrare il barone di Santa Margherita, si liberò dicendo:
― Mi preme di parlare col Santa Margherita. Scusate, conte.
Il barone l’accolse con queste parole:
― Tutto è stabilito.
― Bene. Per che ora?
― Per le dieci e mezzo, alla Villa Sciarra. Spada e guanto di sala. A oltranza.
― Chi sono gli altri due?
― Roberto Casteldieri e Carlo de Souza. Ci siamo sbrigati subito, evitando le formalità. Giannetto aveva già pronti i suoi. Abbiamo steso il verbale di scontro, al Circolo, senza discussione. Cerca di non andare a letto troppo tardi; mi raccomando. Tu devi essere stanco.
Per millanteria, uscendo di casa Giustiniani, Andrea andò al Circolo delle Cacce; e si mise a giocare cogli sportsmen napoletani. Verso le due il Santa Margherita lo sorprese, lo forzò ad abbandonare il tavolo, e volle ricondurlo a piedi fino al palazzo Zuccari.
― Mio caro ― ammoniva, in cammino ― tu sei troppo temerario. In questi casi, un’imprudenza può esser fatale. Per conservarsi intatta la vigoria, un buono spadaccino deve avere a sè medesimo le cure che ha un buon tenore per conservarsi la voce. Il polso è de-