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l’avvolse; e la sua fortuna, in poco tempo, divenne meravigliosa. Un fenomeno assai frequente, nelle società moderne, è il contagio del desiderio. Un uomo, che sia stato amato da una donna di pregi singolari, eccita nelle altre l’imaginazione; e ciascuna arde di possederlo, per vanità e per curiosità, a gara. Il fascino di Don Giovanni è più nella sua fama che nella sua persona. Inoltre, giovava allo Sperelli quel certo nome ch’egli aveva d’artista misterioso; ed erano rimasti celebri due sonetti, scritti nell’albo della principessa di Ferentino, ne’ quali come in un dittico ambiguo egli aveva lodato una bocca diabolica e una bocca angelica, quella che perde le anime e quella che dice Ave. La gente volgare non imagina quali profondi e nuovi godimenti l’aureola della gloria, anche pallida o falsa, porti all’amore. Un amante oscuro, avesse anche la forza di Ercole e la bellezza d’Ippolito e la grazia d’Ila, non mai potrà dare all’amata le delizie che l’artista, forse inconsapevolmente, versa in abondanza negli ambiziosi spiriti feminili. Gran dolcezza dev’essere per la vanità di una donna il poter dire: ― In ciascuna lettera ch’egli mi scrive è forse la più pura fiamma del suo intelletto a cui mi riscalderò io sola; in ciascuna carezza egli perde una parte della sua volontà e della sua forza; e i suoi più alti sogni di gloria cadono nelle pieghe della mia veste, ne’ cerchi che segna il mio respiro!
Andrea Sperelli non esitò un istante d’innanzi alle lusinghe. A quella specie di raccoglimento, prodotto in lui dal dominio unico di Elena, succedeva ora il dissolvimento. Non più tenute dal-