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brezza; ma ad ogni passo qualche cosa d’intimo gli sfuggiva, si disperdeva nell’aria; ed egli, per un istintivo impulso, avrebbe voluto restringersi, chiudersi, invilupparsi, impedire quella dispersione. Le stanze erano deserte e mute, d’innanzi. A una porta, Madamoiselle comparve, senza alcun rumore di passi, senza alcun fruscìo di vesti, come un fantasma.

― Di qua, signor conte. Ella non ritrova la via.

Sorrideva in una maniera ambigua e irritante; e la curiosità rendeva più pungenti i suoi occhi grigi. Andrea non parlò. Di nuovo la presenza di quella donna gli era molesta, lo turbava, gli suscitava quasi un vago ribrezzo, gli faceva ira.

A pena fu sotto il portico, respirò come un uomo liberato da un’angoscia. La fontana metteva tra gli alberi un chioccolìo sommesso, rompendo a tratti in uno strepito sonoro; tutto il cielo risfavillava di stelle che certe nuvole lacere avvolgevano come in lunghe capigliature cineree o in vaste reti nere; fra i colossi di pietra, a traverso i cancelli, apparivano e sparivano i fanali delle vetture in corsa; spandevasi nell’aria fredda il soffio della vita urbana; le campane sonavano, da lungi e da presso. Egli aveva al fine la conscienza intera della sua felicità.

Una felicità piena, obliosa, libera, sempre novella, tenne ambedue, dopo d’allora. La passione li avvolse, e li fece incuranti di tutto ciò che per ambedue non fosse un godimento immediato. Ambedue, mirabilmente formati nello spirito e nel corpo all’esercizio di tutti i più alti