Questa pagina è ancora da trascrivere o è incompleta. |
H Ri- yi tre ATTO QV ARTO.
Ri forgi dunque dui mortai tuo fonno, jE di' nemici il temerario ardir« Jlefìi delufo,& io teco risorga ; Che febtn fpno.e pur, che viua al mondo ; Tanto pur fenx.* te vaglio,quanf occhio, Che fia fenx.a pupilla j O' qual efce tal hora T ridda da morto foco ntrafauiU*.
Mi. Hor poi che babbtam i nofln eterni amori Scouerti in parte, e ben cojiar qui puffo, Perhonorar del tormentato Chri/lo L'apparecchiate pompe del Mortorio .
■Gin .lo non ripugno. P. Et io,che fonia Pace, Contradiroìm' appiglio al parer vofiro ; Che queflo anch'io bramai,mentre ci vèti.
Mi. Che non può la concordiai* fanti Amori, Spargete in ogni parte JDel freddo Mondo i voflri dolci ardori.
ATTO QVARTO.
SCENA Q_y A R T A.
£amo, c fecondo morto rifufcitato, e Morte.
HOr che ftum ricongiunti Preffo le noflre tombe , (core, Sito vn timor, fento vn fofpetto al Che non torniamo à nc-iderut deatro.
M. i. Anch'io tomento e forfè'l cor prefago Diqml chà di venir fi turb», e affligge : pur