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ATTO TERZO.

Temeraria,friperba ■ Le fpojlie ancor del fm nimico vccifo t Vceifoit. mà vincittr non vinto .

Swtirò quel,che dice,t torto poi Quel grd thtfor da. le fue membra indegne.- Mor. Ch'ititifi mai cafo it j,hanio.e nuouo, Che co’l vincer ficrdet>me fieffa "fftft, bitntrt'lnemico mio condujft à morti f Sarà mai ver,che con le fpogln opime Ve l'auuerfario mio traila al trionfa Saronne;& ti trionfator dtrafft, Che retto morto al (ingoiar ducilo 1 Qu.eJli capei fon del fuo capo;e qutfia J£- la vette <nconfuti!e;e quel fangue X de le piaghe fue,eh'm cento pani La pallidemia tinge.e colora.

X pur perdei con la vittoria in mano-, Che già mancato iti mio vtiar primieroj X dtttrutili mio regno-,e i miei thefori Ripo/li a!troni,! non potei vietarlo.

O" Crocefijfo , e comi m'hai dtlufa Con ih umiltà, con la bafie\za eflremn.

L'Afpide dentro l'oua e folto iherba Verde il ferpt trouai crudo, e fatale, O' quanto fpeffol'apparenza inganna.

Ang. Doue vai predatrice} Mor. Vn tempo fui La predatrice-,hor fon preda d'altrar, X un do, nètì donej che qualpefce In midtcato fiumi,c'habbia il taffo Gufato,intormentita par, che (corro A' cader da me fteffa entro le reti.

Ang. Peggio conuienti. e tù perchtfiendifli Il braccio contro DtoìMtr. Sei cono/ceno j L ha.