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ATTO TERZO.

SCENA TERZA.

Giuda, c Pietro .

C Amina dotte vuoi,moflro crudele; Che lì fuggendo, haurai tl fempre apprtffo, j, I fra tempi fi e di pmfitr contrari Ad hor, ad hor vedrai più dtfperalo De la tua vita il trauagliato legno.

Hor z-uò morire; hor me nipmto, t temo I tormenti d’AbtJfo ; hor odio tanto II viuer mio, ch'ogni martir,mm graui Mi fembra5 e terno al mioptnfttrpitmuro’.

Ni piffo trottar paci; Chi la vita,t la morte al fin mi [piace.

Tic. Guardimi, Giuda; tfptra ben, c'haurai Nt’ tuoi gratti dolor paci,e rifioro!

Chi quando huomo infilici Vidi l'altrui fuenture efier più acerbi Non fi conforta[ol, ma tra beati Crede poterfi annouerar,che'fanale, S in tutto non vaneggio .

Ombra hà di ben paragonate al peggi»

Gite. Dih Pittro tu chi piangi? à me [ol tocca Darmi in prtda al dolor, cht tu fegttifii Il tuo Signor fin tra gli oltraggi, e l’ontc.

lo la vita gli tolfi, Chi de' fuoi fier nemici in man lo [uolfi.

tic. lolofiguij; ma per negarlo poi; Boi*