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SCENA SETTIMA. 99 Cen tm legno v'atterra , e con gli obbrobri Di la Crea l’honor nude al fuo Padre-, E legna, inermi, t foto,! morto . Vinciti valor d’vn'inuincibilfiuolo.
Dem. Io morti il utggo,e uincitor Tio'l fento; Ch’ ancor guerreggio,! i fuoi guerrieri vcci- Ang. Ma tornerà net terzo giorno in vita. (do.
Dem. Chi sa,fe tornerai Ang. Come chil faffini La promefia di Dio può venir meno ?
Dem. Mitl'annivvngiornoà Dio'.Chisà,fe qfli Tre giorni uoglion dire al conto Jìefio Anni ire milla } & tra sì lungo tempo Giaccia egli;e noi godiam la noflra forti.
Ang. Mill'anni ì vn dì-ma no un giorno, t mille.
E Ut rammentar dei, the’ltempo ì tanto, Quanto f ù Giona nel gran pefee afeofo.
Dem. foco mi curoych’ei riforga: an^io Così vorrei, che più lontan /tarajjl Là foura’l Cielo: l quanto ì min vicino Jmplacabil nemico, mino offendi.
Ang. Sempre è d'apprefio,ancor chefila da lungi.
Anzi col tuo furor fià fempre teco; E tu tei vedi,! tuo mal grado il foff'i.
Dem. lo thè me’l foffra} anzi’l mio fdegno e tali, Ch'egrihor prorSpe i mille oltraggi,^ ontej Et ei fc’l fentt, i nulla mai nfpondt.
Ang. Che tu giochi di bocca, & ei di man).
Dem. Và, va dietro al tuo Giudati fora meglio Perle prender Xaltrui nuouo penfiero-, Ch'egli ad onta del CUI fia fempre nofìro.
Ang. Me mvò volentier; perche non finta Tant'horrendcbifìemmie: e come e uero, Chi la uofira fuperbta ogrihorpiù anan{4.
£ i Dem.