Questa pagina è ancora da trascrivere o è incompleta. |
$i ATTO SECONDO.
Tra viui vn'huom^’ne lafua fi m'infegnì* t Giù. Voi fura/ie i miei ben -, voi v'arncchisit De lemie fpoglie opime’.ahi fiera forte, * I Vengon gli firam à ritrovar albergo Ne la cafa di Dio, donde confufi Cacciati fon con ftmpiterno bando Quei cb’eran poco dianzi t amici,c figli.
Cent. Dunque tornar non fperi onde cadetti ?
Gin. Come tornò /’ Angel ribelle al Cielo-.
Ceni. Sarà dunque maggior queflo tuo fallo De 1* pietà di Dio l Uiu. Fui perdonarlo) Ma non vorrà,ni perdonar no'l dette, Per non refiar la fua giufìitia offef*.
Cent. £ fe'l fangue del Figlio à lui fodisfa Per noi dtl pari,à che temer cotantoì Giù. £ à che tu voi caftelleggittr al vento } Hàda goderei frutti di quel fangue Chi lo vendi per sì vii prezzo al boial j VntradttordiDioyfarà dt Dio Mai fido feruo ? haurà vita nel Citlo Colui che diede al Re del Citi la morte ?
Sold. Dunque ancor noi fiam difperati in lutto 7 Giù. Voirio.So'..Percheì Giù. Che voi fofpinfe à L'autorità del Prefideye'lpenfiero, (l’epr* Che degno fofie il reo dipeggior morte : Che tal ve lo dipinfero i Rabbini.
Cent. Non tanto defperar, Giuda,che quefl»
Più grane error del tradimento parmi .
Allhor vendefti vrihuom per quetche valft Al la c> edenza tua,ni vi penfafii, Ch’era figlimi di Dio, sì che tu Jciocco Vendilor fo/li , ei nulla viperft Del pregio fho: Che mi venduta gioì* No»