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figlio di Telefo, e per conseguenza Arcade1. Questa tradizione merita che se ne tenga particolarmente conto pe’ confronti, cui essa spontaneamente dà luogo, tra Telefo allevato da una cerva2, e suo figlio Ciparisso morto di dolore per aver data la morte ad un cervo3.

Un’altra tradizione conservataci da Servio, e ch’egli ha tratta certamente da più antichi scrittori, ci mostra in Ciparisso un giovane cretese bellissimo e castissimo, facendolo cioè nascere appunto in quell’isola, che, come già dicemmo, consideravasi come la patria del cipresso. Amato da Apollo, o come altri diceano, da Zeffiro, Ciparisso, secondo Servio, fuggì presso al fiume Oronte ed al monte Casio, ed ivi fu cangiato nell’albero che ne porta il nome, e che fu perciò appunto considerato

  1. Cyparissus Telephi filius fuit amatus ab Apolline, vel, ut alii, a Silvano: qui cum lassatus aestu sub quadam arbore somnum caperet, et subito strepitu excitatus, cervum, quem in deliciis habebat, feram credens, per ignorantiam misso telo occidisset, et fletu nimio et abstinentia cibi ac potionis tabesceret, misericordia Deorum in arborem cupressum conversus est, aptam et consecratam lacrimis aut luctibus. Serv. ad Aeneid. lib. III v. 680.
  2. Apollod. lib. II c. 7, et III c. 9 etc.
  3. Anche la cerva (Arge, vedi la favola 205 d’Igino) non manca di relazioni col Sole o Apollo; al qual proposito son da leggere le cose discorse dal chiarissimo Panofka, secondo il noto di lui sistema d’interpretare le antiche favole, negli annali dell’istit. archeol. vol. II pag. 194 e segg. Egli si è poi applaudito d’aver incontrato in una galea antica dal museo Durand (passata indi in quello del sig. duca di Luynes) rappresentata la cerva Arge legata, ed Ercole in atto di trasportarla, mentre Apollo si accinge a scoccare un dardo contro del rapitore. Vedi il n. 101 del foglio archeologico di Halla dell’anno 1833.