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me il nome di Ciparisso si ligava già fin da quei più remoti tempi alla religione di quel nume nel modo stesso che ad essa sicuramente ligossi di poi. E forse traveder possiamo una conferma di questa nostra conghiettura nella doppia etimologia che del nome medesimo danno Strabone, Didimo, Eustazio, e Stefano, traendolo o dalla quantità de’ cipressi, o da un Ciparisso che dicono figlio di Minia e fratello di Orcomeno1. È vero che nessuno degli scrittori che nomina questo Ciparisso il dice da Apollo amato, e mutato nell’albero del suo nome, come di altro Ciparisso leggiamo: ma non pare assurdo il conghietturar che ciò appunto di lui siesi detto e pensato, e ciò pel confronto delle già dette cose, e di quelle che saremo nel seguito per annotare.

Anche nella Ciparisso della Messenia abbiamo evidenti tracce della religione di Apollo, di cui Pausania vide ivi il tempio2. Per altro il più antico scrittore fino a noi pervenuto, che ci abbia conservato apertamente notizia della favola che riuniva col culto di Apollo la memoria di un Ciparisso, è Ovidio, quantunque sembri sicuro ch’egli abbia presa una tal favola da alcuno di coloro che l’hanno preceduto scrivendo libri di argomento analogo

  1. Didym. et Eustath. ad Iliad. B v. 019, Steph. v. Κυπάρισσος, Strab. lib. IX p. 483.
  2. Lib. IV cap. 36 segm. 373 Siebelis. Parla ivi Pausania anche del culto di Bacco e di Esculapio nella Ciparissia messenia, e questo luogo ne illustra meravigliosamente le monete che hanno appunto i tipi di quelle due divinità. Vedi il Mionnet tom. II p. 212, 3, e vedi pure lo spicilegio numismatico del ch. Cavedoni pag. 97.