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può profilarsi orgoglioso sul cielo sconfinato delle grandi conquiste. Non posso rassegnarmi a restare una piccola creatura come tutte le altre, schiava delle volgarità abituali di una vita gretta e banale, che la ricchezza non riesce ad affinare e a trasfigurare. Ora chi potrebbe darmi questa forza, quest'aiuto, questa volontà di vincere, se non voi?
Franco le bevve tutto il viso con una immensa avidità di sguardo.
— Ma allora, amore mio, voi mi considerate necessario alla vostra vita, e avete fiducia in me?
— Certo. Io non so bene perchè, ma non posso pensare alla vita, alla mia vita inconsistente di fantasia, senza vedermi vicina a voi. Vi giudico forte e sensibile, credo nella vostra anima capace di tutte le squisitezze e di tutte le energie. E mi appoggio a voi come ad un tronco solido di grande albero fiorito. Non vi piace così?
La voce di Glorietta aveva diffuso in queste parole una tale grazia bambina, un tale incanto di inconsapevole civetteria, che Franco ne fu inebriato come di una parola di vero amore.
— Sì, sì. Anima mia. Appoggiatevi a me, siate la mia edera. Io non potrò vivere che per questo.
Poi si alzò nervosamente, si allontanò di