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crepuscoli sono scesi su me, e ho dimenticato il mattino. Da moltissimo tempo io ho la sensazione netta e precisa di non vivere, di essere un'astrazione del corpo, mi pare che qualcosa si dilati in me ogni giorno, qualcosa che non so definire ma che assorbe tutti gli istinti e gl'impulsi umani, qualcosa di morbidissimo, lento, triste e divino. Tutti i giochi dei sensi si sono spenti in me. I ricordi più brucianti si sono fusi in una atmosfera di dolcezza greve. Il mondo che mi circonda è puro e fraterno. Non subisco nessun fascino di violenze che non siano spirituali. La mia anima musicale si è così profondata nella carne, che l'ha conquistata, facendola evaporare dolcemente. Io non appartengo neppure a me stessa, come volete che possa appartenere a qualcuno? Non pensate, non pensate a me, amico mio: io non sono una donna, io non sono che una fluidità incorporea sospesa tra cielo e terra, e che un giorno o l'altro scomparirà senza lasciar traccia. E se questo vi fa soffrire troppo, ebbene, fuggite, lasciatemi ancora, dimenticatemi.

Franco si era seduto accanto a lei, sul divano, e con la faccia nella conca delle mani, l'ascoltava piangendo.

Ella tacque. Egli non disse nulla, e pianse con più disperata energia.