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umilmente perdono del modo come aveva rinunziato alla vera felicità per inseguire una vertigine malsana. E, se questo perdono non fosse stato un sogno troppo assurdo, le chiedeva il permesso di farle una visita per abbeverarsi ai suoi occhi astrali, per conoscere in un colloquio di anime i segreti misteriosi di una vita a cui voleva accostarsi.

E Glorietta gli aveva permesso di andare. Ed era partito con un trasalimento tremolante del suo essere che si sfaldava e si alleggeriva per salire in una zona diversa, dove avrebbe finalmente conosciuto la vera, la grande felicità di non essere più solo.

Era andato con una preparazione di leggerezze vaporose, nelle quali si sentiva fluttuare come in un gran palpito di veli bianchi ed azzurri, e si avvicinava a quell'incontro come ad un calice, con una religione fatta di sospiri e di brividi trascoloranti.

Ma non appena si era trovato davanti a Glorietta, la sua gioia aerea, la sua dolcezza impalpabile era stata scossa come da una ventata nuova.

Rivedendo la sottile figura della violinista, dai capelli gonfi attorno alla testa come una aureola palpitante, egli rabbrividì come al contatto invisibile di un'ala divina, e intese tutta la sua anima fremere terribilmente in un ansare misterioso di tutte le sue forze con-