Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
— 86 — |
Quella busta strana, aperta, con un margine di lettera sporgente, la mise in curiosità.
Guardò il timbro postale: Ferrara. Chi gli scriveva da Ferrara? Esclusa sua zia, di cui conosceva la scrittura, egli non aveva mantenuto corrispondenza con nessuno, neppure con i colleghi di Università. Dunque?
La busta era lacerata, un margine di lettera sporgeva: la tentazione era troppo forte. Tirò fuori il foglietto e lesse:
Amico,
Sì, credo anch'io che possiamo rivederci senza alcun'ombra. Il vostro torto vi fu perdonato. Venite. Sono tanto sola quassù, e non vedo il sole da un mese: ci pensate? Questa città è grigia come un gatto e dispettosa come una scimmia. Portatemi voi un po' di sole romano. Vi attendo.
Glorietta.
E attaccato sull'altra pagina del foglio, un ritaglio di giornale locale con questo annuncio:
«Domenica prossima alle 21 precise, nella Sala Ariosto, gentilmente concessa, la Società Filarmonica darà un concerto per beneficenza. Il numero di grande attrazione sarà costituito dalla violinista signorina Glo-