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si vedono tutti i retroscena, i trucchi, le trovate, i giuochi di piani e i tessuti di luce con cui si costruisce una pellicola.
Maura ci si divertì infinitamente. Conobbe attori ed attrici, ammirò e fu ammirata.
Mario la presentò come una gran signora di Torino. Assistè con un interesse enorme a due quadri d'interno, diretti da Mario, che vestito in tunica di studio, una sigaretta spenta tra le labbra, il ciuffo in disordine e il monocolo esattamente a posto, si divertiva a gridare come un generale in piazza d'armi, strapazzando attori, operatori e meccanici, arbitro della situazione, padreterno di quel pittoresco mondo di eleganza apparente e di immoralità evidente.
Infine Mario la presentò al marchese Del Grippo, consigliere delegato e direttore amministrativo della Società. Anche da lui Maura ebbe un'infinità di complimenti, lodi alla sua eleganza «di gran dama»; nel lasciarla, questa specie di gentiluomo affarista le disse:
— Ricordatevi che la Roma Film sarebbe orgogliosa di avervi come prima attrice. Quando vorrete, ci sarà sempre un bel contratto per voi.
Maura se ne andò un po' turbata e inebriata.
Quel mondo mezzo artistico e mezzo mondano, con delle mescolanza di geniale e di